Tribunale di Pace

Giornata della Famiglia

Giornata della Famiglia “Celebrando la Giornata della Famiglia: un Tributo all’Unità e all’Armonia” Il Tribunale di Pace promuove la solidarietà familiare nel contesto della Giornata della Famiglia Data di pubblicazione: 18 maggio 2023 Carissimi lettori, il Tribunale di Pace è lieto di celebrare la Giornata della Famiglia, un’occasione speciale in cui rendiamo omaggio all’importanza dei legami familiari e all’unità che essi rappresentano. Ogni anno, il 15 maggio ci offre l’opportunità di riflettere sul ruolo fondamentale che le famiglie svolgono nella nostra società e di rafforzare i valori di armonia, amore, rispetto e comprensione reciproca. La famiglia è il nucleo fondamentale della società. È all’interno di questo contesto che impariamo i valori morali, l’etica e l’amore incondizionato. La famiglia ci offre un senso di appartenenza, sicurezza e supporto emotivo. È il luogo in cui condividiamo gioie, successi, ma anche dove affrontiamo le sfide e le difficoltà della vita. È importante ricordare che le famiglie assumono forme diverse, riflettendo la diversità culturale e sociale che caratterizza la nostra società moderna. Nella Giornata della Famiglia, il Tribunale di Pace desidera sottolineare l’importanza di promuovere un ambiente di armonia e rispetto all’interno delle famiglie. Una solida base familiare può contribuire a ridurre i conflitti e a prevenire le controversie legali. In questa prospettiva, incoraggiamo fortemente la comunicazione empatica e il dialogo costruttivo tra i membri della famiglia, che possono svolgere un ruolo significativo nel risolvere le divergenze in modo pacifico ed equo. Inoltre, la Giornata della Famiglia ci invita a riflettere sull’importanza dei diritti dei minori. I bambini e gli adolescenti sono tra i membri più vulnerabili delle nostre famiglie, e pertanto è fondamentale garantire che i loro diritti siano protetti e rispettati in ogni circostanza. Il Tribunale di Pace promuove il benessere dei minori e si impegna a garantire che le loro voci siano ascoltate e che siano prese decisioni nell’interesse superiore del bambino. Durante questa giornata speciale, invitiamo anche tutti i membri della comunità a riflettere sulle sfide che molte famiglie affrontano, come la violenza domestica, le difficoltà economiche e le disuguaglianze sociali. Come Tribunale di Pace, ci impegniamo a fornire un sostegno adeguato a coloro che hanno bisogno di assistenza e adottiamo un approccio mediativo basato sui diritti umani nel risolvere le controversie familiari. Infine, desideriamo esprimere la nostra gratitudine alle famiglie che lavorano instancabilmente per costruire un futuro migliore per i propri membri e per la società nel suo complesso: siete il fulcro della nostra comunità e il pilastro su cui poggiano i valori fondamentali della nostra società. Ciò detto, il Tribunale di Pace si unisce alla celebrazione della Giornata della Famiglia per onorare e promuovere l’importanza delle famiglie nel tessuto sociale. Incoraggiamo tutti a riflettere sui valori familiari, sulla solidarietà e sull’importanza di creare un ambiente empatico all’interno delle nostre case. Attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e la cooperazione, possiamo costruire famiglie forti, resilienti e amorevoli, fondamenta indispensabili per una società più giusta e pacifica. Auguriamo a tutte le famiglie una felice e significativa Giornata della Famiglia!

Benedetta comunicazione!

Benedetta comunicazione Tempo fa scrissi un articolo a quattro mani con mio figlio Tommaso Maria, dal titolo “L’aria e la mamma green”. Fu molto bello condividere con il mio tenero, ma tenace virgulto, un tema sensibile e di grandissima attualità.Non potevo non realizzarne un altro con la comunicatrice di casa per eccellenza, mia figlia Benedetta.Ali per volare, radici per tornare, motivi per rimanere: tutto comunica! Ma l’obiettivo deve essere “smart”.Questo il monito impresso su una comune lavagna, dalla quale Benedetta ha imparato che la comunicazione è fondamentale. E’ l’ABC!Ciò che rende poi efficace la comunicazione non è tanto la tecnica o la strategia che si utilizza, quanto la capacità di creare uno scambio con l’altro, una proposta di relazione fondata su valori e principi etici verso sé stessi e verso gli altri.Si parla ovunque di comunicazione e innovazione, usiamo acronimi a mo’ di tormentoni spesso ignorandone il reale significato. Così come per smart che viene usato comunemente come sinonimo di velocità, in realtà vuol dire tanto altro.L’acronimo S.M.A.R.T. letteralmente sta a significare:• Specific (specifico): l’obiettivo deve essere definito e tangibile.• Measurable (misurabile): l’obiettivo deve essere esprimibile numericamente.• Achievable (attuabile): l’obiettivo deve essere coerente e compatibile con contesto e risorse. Quali azioni possono concretizzare il mio obiettivo?• Realistic (realistico): individuare i margini di realizzazione di un progetto richiede capacità e intuito, considerando ad esempio fattori interni, risorse, settore, congiunture o fattori esterni.• Time-related (in funzione del tempo): non esiste progetto che non sia pianificato, cioè che non abbia una determinazione cronologica con relazioni tra le attività legate ad eventi inizio e fine.Ne scriviamo come se fosse il nostro obiettivo primario, a tratti irraggiungibile. E’ stato proprio in virtù di questa situazione di caos, circondata da ingegneri e professionisti con formazione eterogenea, che sono uscita presto dal mio guscio giuridico, travolta dal magma dell’innovazione e della comunicazione. Mi sono connessa come i liquidi con l’ecosistema. Ebbene sì, con i miei partner, abbiamo messo a sistema l’esperienza individuale per raggiungere la tanto agognata e forse abusata concezione dell’”innovazione e della comunicazione”.Leggendo e attingendo ovunque, acquisendo metodi, frequentando e realizzando corsi alla ricerca del nuovo e del come comunicarlo, con lo stesso approccio di un bambino, puro, perché privo di sovrastrutture alias barriere.D’un tratto il pensiero, scevro da qualsivoglia appartenenza, ma solo intriso di ammirazione per chi ha fatto del proprio lavoro una missione, va a un estratto del metodo Marchionne. “…I membri di un gruppo eccezionale devono essere volontari, neofiti e dedicati. Volontari perché entrare a far parte di un gruppo è difficile, solo i più bravi riescono ed è un onore. La mentalità del neofita è necessaria per risolvere in modo nuovo, con soluzioni ingenue problemi complessi. Senza la dedizione non è possibile eccellere…”.Ma come si può realizzare tutto ciò senza che resti una mera chimera?Ecco, è indispensabile educare i minori a tale mentalità, attuando quella che sovente viene definita rivoluzione culturale tout court.Come? Instillando in ciascuno dei nostri piccoli comunicatori in erba il germe dell’innovazione facendo leva sulla loro curiosità ancora priva di barriere.E Benedetta sia la comunicazione!

La versione del lupo cattivo

La versione del lupo cattivo   Un racconto a difesa della dignità del lupo, poichè possono esserci punti di vista e percezioni differenti in relazione allo stesso evento… La storia di cappuccetto rosso narrata dal lupo cattivo Documento per la difesa della mia dignità di Lupo Il bosco era la mia casa. Là vivevo e avevo molto a cuore il luogo dove vivevo. Cercavo di tenerlo pulito ed in ordine. In una giornata di sole, mentre stavo pulendo i rifiuti che alcuni turisti avevano lasciato in giro, sentii un rumore di passi. Balzai dietro un albero e vidi una piccola ragazza che veniva giù dal sentiero con un cestino in mano. Fui subito sospettoso di questa ragazzina anche perché era vestita in maniera buffa, tutta in rosso, e la sua testa coperta come se ella non volesse che la gente la riconoscesse. Naturalmente la fermai per controllarla. Le chiesi chi fosse, dove stesse andando, da dove venisse e altro ancora. Ella mi disse una filastrocca con cui mi fece intendere che stava andando a casa della nonna con una cesta  per il pranzo. Mi sembrò una persona fondamentalmente onesta, ma era nel mio bosco e certamente dava sospetto con il suo strano abbigliamento. Così decisi di insegnarle che non era serio camminare baldanzosamente attraverso il bosco non annunciata e vestita in maniera stravagante. La lasciai andare per la sua strada, ma corsi davanti a lei per arrivare alla casa della nonna prima di lei. Quando vidi quella simpatica vecchietta le esposi il mio problema ed ella convenne che la nipotina aveva proprio bisogno di una bella lezione. La nonna, dunque, accettò di rimanere in disparte finché io non l’avessi chiamata. Si nascose sotto il letto, fuori dalla vista. Quando la ragazzetta arrivò, la invitai nella stanza da letto dove io mi trovavo, vestito come la sua nonnina e disteso sul letto. La bimba venne tutta vestita in rosso e disse quanto disgustose sembrassero le mie orecchie. Non ero mai stato così insultato prima d’ora, ma io feci del mio meglio per rispondere educatamente, suggerendo che le mie grandi orecchie mi aiutavano ad ascoltare meglio. Ora, quello che volevo dire era che lei mi piaceva e volevo essere molto attento a ciò che diceva. Ma ella fece un’altra insultante affermazione sui miei grandi occhi gonfi. Ora, potete constatare come cominciassi a sentirmi circa questa ragazza che mi si era messa di fronte, ma che era apparentemente una persona molto a modo. Ancora, io avevo preso l’atteggiamento di porre l’altra guancia, così le dissi che i miei grandi occhi mi aiutavano a vederla meglio. Il suo insulto successivo mi ferì realmente. Io avevo questo problema di avere i denti grandi e proprio su questi quella ragazzina fece un commento insultante. So che avrei dovuto avere un controllo migliore, ma, a quel punto, balzai dal letto e le urlai che i miei denti mi avrebbero aiutato a mangiarla meglio. Vedete, nessun lupo avrebbe mai mangiato una ragazzina, tutti lo sanno, ma quella pazza bimbetta cominciò a correre dentro la casa urlando, mentre io la inseguivo per cercare di calmarla. Mi tolsi i vestiti della nonna, ma la cosa sembrò peggiorare la situazione. Improvvisamente la porta si aprì con fragore e un grande boscaiolo si stagliò con la sua ascia. Lo guardai e d’un tratto capii che mi ero cacciato in un grosso problema. C’era una finestra aperta dietro di me e uscii di tutta fretta. Questo fu la fine della storia, ma quel “bel personaggio” della nonna diede un’altra versione della storia. Da allora è diventato usuale dire che io sono un tipo meschino e disgustoso. Tutti cominciarono ad evitarmi. Io non seppi mai più niente di quella piccola ragazza con il buffo completino rosso, ma non sono più riuscito a vivere felice dopo quell’episodio.